Si è diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma, alla cattedra di scultura. La sua ricerca spazia dall’ installazione al disegno, analizzando la rappresentazione dello spazio attraverso interventi site specific di grandi dimensioni nel luogo. Parte fondante del suo approccio, si coniuga con la volontà di interazione col pubblico, chiamato a farne esperienza tanto fisicamente che sensibilmente. Il suo lavoro è caratterizzato dallo studio di  forme rigorose, dall'uso del policarbonato blu e trasparente, e dalla luce che su di esso produce riflessi e bagliori, esaminando la rete di relazioni con lo spazio in cui l'opera è installata, sia essa il paesaggio naturale di un contesto storico. L'opera di Marco Milia diventa un ponte che collega il corpo dello spettatore all'architettura e allo spazio intorno. 

Degli interventi site specific ricordiamo  la mostra nel Museo delle Case Romane del Celio “in aere in aquis”(2013), nove interventi di grandi dimensioni collocati nei diversi ambienti, opere fotografate da Claudio Abate, del 2014 la Residenza presso Art Student League di New York con l’opera “Crystal time,” nel 2015 l’installazione “L’ottavo giorno” presso la sala ottagona del complesso Gentileschi a Carrara durante la Marble week, o gli interventi nei chiostri della chiesa di Sant’Agostino a Montalcino del 2017 dal titolo “Habitat” e “Waterway”del 2018 nella chiesa di San Francesco ad Acquapendente con una istallazione di 45 metri di lunghezza. Degli ultimi anni (2019-2022) sono i lavori presso la Fondazione Luca e Katia Tomassini presso il Vetrya campus di Orvieto, con l’opera “We are all connected” una struttura di cerchi in policarbonato che avvolge l’intero corpo dell’edificio, l’installazione permanente “Molecula” presso il Coscioni Lab a Roma, il cortile del castello di Capalbio palazzo Collacchioni ,e a Palazzo delle Esposizioni (nel 2022 con l’opera “Waves”, un onda di policarbonato che taglia la diagonale del cortile esterno sospesa nel vuoto. Ai lavori di scultura site specific durante gli anni ha affiancato il lavoro di designer del gioiello d’artista contemporaneo, entrando nel 2007 a far parte della collezione permanente del Museo degli Argenti presso Palazzo Pitti Firenze nelle nuove sale espositive dedicate al gioiello d’artista contemporaneo. Inoltre ha disegnato una linea di gioielli per Swarovsky Italia. I suoi lavori sono presenti in Musei Statali, Fondazioni e collezioni private.